Sardegna Eventi Blog - Tutti gli eventi della Sardegna li trovi qui!: Stagione Teatrale ARZACHENA 2016/2017, 8/12/27 Gennaio, 11/17 Febbraio, 4/14/31 Marzo, 7 Aprile

Stagione Teatrale ARZACHENA 2016/2017, 8/12/27 Gennaio, 11/17 Febbraio, 4/14/31 Marzo, 7 Aprile




E' uscito il programma della Stagione Teatrale di Arzachena 2016/2017.


BIGLIETTI
Posto unico: intero 14 € – ridotto 11 €

INFORMAZIONI
tel. 328 6996706 – aliver94@gmail.com
tel. 328.2397198 – gianpiero@cinemaolbia.it



Ecco l'elenco di tutti gli spettacoli che andranno in scena dall'8 Dicembre al 7 Aprile:

  • 8 Dicembre: Camera con Vista, con Selvaggia Quattrini, Paola Quattrini, Stefano Artissunch, con la partecipazione straordinaria di Evelina Nazzari e con Stefano De Bernardin Alessandro Pala, Stefano Tosoni

"Per la prima volta sui palcoscenici italiani una novità assoluta: lo spettacolo Camera Con Vista, dal romanzo di E.M. Forster, celebre al cinema il film di James Ivory vincitore di tre premi Oscar.
Lo scenario lussureggiante di una primavera fiorentina, l’incontro tra Lucy, giovane attenta alle convenzioni della buona borghesia inglese, e George, ragazzo agnostico ed anticonformista, capace di vedere e percepire la realtà dietro le apparenze, sono il materiale incandescente per un racconto che mostra l’infrangere delle norme del perbenismo tipico dell’Inghilterra vittoriana.
Lo spettacolo, articolato nel gioco di contrasti e bipolarità di luoghi e personaggi, sviluppa la sua forza emotiva, offrendo lo spunto per una riflessione sulle continue barriere costruite intorno a noi stessi e sulla volontà di abbatterle per riuscire a vivere pienamente ognuno la propria vita.
Mr Emerson: «La vita è bellissima, ma difficile mia cara Lucy… è un concerto di violino suonato in pubblico… e si impara a conoscere lo strumento solo suonando"


  • 8 Gennaio: Inferno Novecento, con Sandro Lombardi e David Riondino, drammaturgia a cura di Fabrizio Sinisi
"Dante nostro contemporaneo. L’Inferno e il grande giornalismo del Secolo Breve.
A distanza di dieci anni dal fortunatissimo Dante Inferno, Federico Tiezzi riunisce di nuovo Sandro Lombardi e David Riondino intorno alla Commedia dantesca.
Lo spettacolo, che nasce da un’idea del giovane drammaturgo Fabrizio Sinisi, mette a confronto i maggiori personaggi dell’Inferno con grandi icone del Novecento (Lady Diana e Dodi Al Fayed, Marylin Monroe, Giulio Andreotti, Andy Warhol, Pier Paolo Pasolini…) o con momenti cruciali della sua storia, costruendo una diversa possibilità di lettura e fruizione del poema fondante della nostra cultura.



Lo spettacolo innesca uno strumento attraverso il quale il mondo contemporaneo possa interpretare la prima cantica dantesca: ma offre anche un modo per farsene interpretare. La grande poesia di Dante diventa un percorso all’interno delle contraddizioni dell’uomo contemporaneo. E a sua volta la contemporaneità intride di nuove figure e di fatti presenti alla nostra memoria l’universo immaginario dell’al di là dantesco. Alternando episodi dell’Inferno con brani di celebri firme del giornalismo italiano, si realizza un viaggio non solo attraverso la Commedia, ma anche una discesa nei gorghi dell’anomalo, tremendo secolo appena trascorso.Accanto ai versi dell’Inferno, il Novecento occidentale trova infatti una sua disarmante coincidenza; e il testo di Dante, usato come lente d’ingrandimento della nostra epoca, rivela una straordinaria e quasi angosciante attualità.
Inferno Novecento invita dunque lo spettatore a un percorso in cui la poesia si faccia complementare alla cronaca: il Novecento – per tanti aspetti ancora il nostro tempo – diventa il luogo di una discesa agli inferi, di uno sguardo sulla nostra storia recente."


  • 12 Gennaio: MacBettu, con Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu, Felice Montervino, Antonio Tintis, traduzione in sardo e consulenza linguistica Giovanni Carroni

"Profonda saggezza racchiusa nelle fiabe sui desideri. Il pescatore che vuol essere signore, poi re, imperatore, poi papa, poi Dio… e si ritrova pescatore. Il sublime di questa fiaba è che è sua moglie a spingerlo.La lezione è questa: l’ambizione è illimitata, mentre le possibilità reali non lo sono mai; nell’oltrepassarle si cade. (Simone Weil). Il Macbeth di Shakespeare recitato in sardo e, come nella più pura tradizione elisabettiana, interpretato da soli uomini. Questo il progetto di Alessandro Serra, regista e fondatore della compagnia Teatropersona. L’idea nasce nel corso di un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia. I suoni cupi prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali, le corna, il sughero. La potenza dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti. Le fosche maschere e poi il sangue, il vino rosso, le forze della natura domate dall’uomo. Ma soprattutto il buio inverno.
Sorprendenti le analogie tra il capolavoro shakespeariano e i tipi e le maschere della Sardegna.
La lingua sarda non limita la fruizione ma trasforma in canto ciò che in italiano rischierebbe di scadere in letteratura. Uno spazio scenico vuoto, attraversato dai corpi degli attori che disegnano luoghi ed evocano presenze. Pietre, terra, ferro, sangue, positure di guerriero, residui di antiche civiltà nuragiche. Materia che non veicola significati, ma forze primordiali che agiscono su chi le riceve."


  • 27 Gennaio: Intervista Confidenziale, con Enzo Iacchetti e Giorgio Centamore

"L’idea portante dell’intervento è quella d’intervistare Enzo Iacchetti attraverso domande mirate, che siano collegabili al tema della comicità e della sua carriera teatrale e televisiva.
L’interlocutore sul palco, insieme ad Enzo Iacchetti, sarà Giorgio Centamore, suo fidato e fedele autore e collaboratore. Questo meccanismo sarà il pretesto narrativo per stimolare racconti e aneddoti che andranno a svelare segreti professionali aprendo anche una finestra su tutto ciò che esiste dietro al lavoro ed alla carriera di un personaggio famoso.
Esordi, prime esperienze, provini televisivi, il Costanzo Show ed infine Striscia la Notizia, saranno gli argomenti trattati e tutti in versione comica. Iacchetti sul palco sarà accompagnato dalla sua chitarra ed il pubblico potrà intervenire con delle domande a tema."



  • 11 Febbraio: Paolo Swings, Francesca Sings, con Paolo Nonnis Orchestra, special guest Francesca Corrias

L’orchestra di 15 elementi diretta da Paolo Nonnis ospita la vocalist Francesca Corrias per un omaggio ai grandi maestri del jazz

  • 17 Febbraio: La Semplicità Ingannata, con Marta Cuscunà 

"L’idea del progetto sulle Resistenze femminili è nata dopo aver letto l’inchiesta“Il femminismo, che roba è? della semiologia Giovanna Cosenza e del suo team di studenti.
L’inchiesta ruota intorno a un quesito di cruciale importanza: se è vero, come dimostrano i dati economici pubblicati da Eurostat e World Economic Forum, che in Italia le donne sono subalterne agli uomini (in quanto lavorano meno, guadagnano meno e sono meno rappresentate), perché non si ribellano come fecero le femministe?
Il team di Studenti&Reporter ha pensato di chiederlo ai giovani, ponendo a ragazzi e ragazze dell’ateneo bolognese, una semplice domanda: se ti dico femminismo o femminista, cosa ti viene in mente? E li hanno lasciati parlare.
Il primo dato che emerge è che, per la maggior parte degli intervistati, il femminismo è roba vecchia che ormai non ha più ragione di esistere.
Mi sono domandata come sia possibile, visto che se si sposta il tema delle differenze di genere sul piano economico, i dati dicono che il problema c’è ed è pure piuttosto serio.
Da cosa deriva questa percezione sfalsata della realtà? Forse da un malinteso.
Forse molti, in primis le ragazze, riducono le rivendicazioni del femminismo alla sfera sessuale.
E se è vero che oggi le donne sono più libere che in passato di gestire in modo autonomo la propria vita sentimentale e intima, di decidere quante e quali persone accogliere nella propria camera da letto, di vestirsi e svestirsi, di essere sessualmente disinibite; questo non significa automaticamente che le donne oggi non siano più vittime della discriminazione di genere."
Anzi.
Anche per questo mi è sembrato di fondamentale importanza smantellare i pregiudizi e gli stereotipi che i giovani di oggi hanno riguardo al femminismo e alle femministe, raccontando esempi positivi di donne che hanno lottato per riscattare la condizione femminile."



  • 4 Marzo: Azulejos, con Oscar del Barba – pianoforte, Fausto Beccalossi – accordeon, Salvatore Maltana – contrabbasso


"Franca Masu presenta “Azulejos”: un titolo emblematico e quanto mai appropriato per questo riuscito live, in cui si coglie l’aspetto più intimo della sensibilità e della forza femminile e di un’isola, la Sardegna, posta nel cuore dei mari. “Azulejos” è il canto della solitudine ma è anche il canto di una donna che tiene stretto il laccio con le sue radici, prima sarde poi catalane, senza dimenticare di essere naturalmente italiana, con una voce che invade, spazia, gioca e sussurra.

Franca Masu oggi è l’artista più internazionale della nuova canzone in lingua catalana. Con “Azulejos” torna ad addentrarsi in antiche e nuove melodie della sua Alghero, tra le più affascinanti, ma apportando anche alcuni tra i temi più noti in lingua sarda,portoghese e castigliana che ormai fanno parte del suo raffinato repertorio.

In questi anni di illuminante carriera, Franca Masu ha costruito una sua originalissima identità artistica che l’ha fatta apprezzare dalla critica internazionale e l’ha portata ad esibirsi in Festival e Rassegne in tutto il mondo. Un’interpretazione particolare, entusiasmante, confermata nella sua valenza da un raffinatissimo quartetto, per affrontare questo viaggio d’amore per mare su nuovi territori sonori vicini al jazz ma conservando comunque il senso predominante della tradizione."


  • 14 Marzo: Miseria e Nobiltà, con Diletta Acquaviva, Stefano Braschi, Gianni D’Addario,Gianluca delle Fontane, Giulia Eugeni, Francesca Gabucci, Ciro Masella, Stefania Medri, Giuditta Mingucci,Donato Paternoster, Michele Sinisi

"Miseria e Nobiltà è prima di tutto un testo farsesco scritto da Eduardo Scarpetta sul finire dell’800. Ma in realtà nel tempo e nel suo stratificato percorso storico, con le facce e le maschere dei grandi interpreti del passato, è diventato molto di più fino ad approdare al territorio della memoria istintiva e ancestrale ; senza perdere il senso originario e mantenendo intatta la sua radice teatrale, la rappresentazione della vita segue le forme del tempo presente con tutte le dinamiche che la società ingloba e restituisce ogni giorno.
La storia di un povero squattrinato, Felice Sciosciammocca, che costretto a vivere di espedienti per rimediare a fatica un tozzo di pane, dà vita a una fitta tessitura di trovate dialogiche e di situazioni che rappresentano la summa dell’arte attoriale italiana e di quanto di meglio la storia del teatro (in particolare quella napoletana) abbia prodotto nel tenere il pubblico inchiodato alla sedia. Questo testo rappresenta la festa del teatro, quanto di più “Felice” un pubblico possa incontrare. Dalle platee Miseria & Nobiltà è poi migrato nel cinema, grazie al film di Mattoli, e nella tv creando veri e propri simboli e immagini vivide nelle memoria collettiva. Totò (lo Sciosciammocca più celebre) che mette in tasca gli spaghetti è divenuto una sorta di tatuaggio, materia di imitazione in gruppi di persone davanti al bar nella vita di tutti giorni.
Miseria & Nobiltà è un Mito, è un collante sociale la cui storia oggi è evocata da alcuni passaggi che tutti in Italia ricordano e sarebbero in grado di citare. “Vingenz m’è padre a me”, “lettera a lu compare nepote”, il momento degli spaghetti, Totò che fa il principe in casa di Semmolone, sono le battute di un ritornello che la platea teatrale ripeterebbe all’unisono con la scena, come succede ad un concerto di musica pop. Miseria & Nobiltà ritorna a quel testo del 1888 solo riscoprendosi rito nell’oggi con una straordinaria squadra di attori che s’impossessano della scena. Dice Sciosciammocca nell’ultimissima battuta della storia “Torno nella miseria, però non mi lamento: mi basta di sapere che il pubblico è contento.” Miseria & Nobiltà del mestiere del vivere recitando."

  • 31 Marzo: Quante Storie, con Vauro Senesi e Barbara Alberti

"Ogni incontro è una storia. Ogni luogo ha una storia. L’esperienza è il luogo delle storie. L’incontro è la loro narrazione. Le storie si possono raccontare con le parole scritte o dette a voce, con segni e disegni, con immagini ferme o in movimento, con le note musicali.
In questo spettacolo Vauro e Barbara ripercorrono, trasformandole in un unico grande racconto, tutte le storie che hanno vissuto. Lo fanno intrecciando le loro voci, dialogando, amalgamando due approcci affabulatori diversi e complementari, servendosi di tutti gli strumenti della narrazione di cui dispongono e che hanno utilizzato in questi anni(letteratura, vignette, reportage su carta stampata e video), mentre la musica li accompagna, scandendo i Tempi della narrazione e del dialogo.
Ne nasce un ritratto articolato della nostra Storia recente, passata ed attuale. Un ritratto del nostro paese e del mondo intero, che permette di rileggere le figure del potere.
Lo sviluppo non è cronologico, segue piuttosto i grandi temi che sono il fulcro dello scorrere della Storia e delle vite che vi sono immerse: diritti, culture, barbarie, guerra, pace, potenti, prepotenti, rabbia, tenerezza, egoismo, solidarietà, politica e rivolta; un viaggio, il cui instancabile motore è fatto di passione e curiosità. Il mondo non finirà mai finché qualcuno lo racconta."

  • 7 Aprile: Figlio di un Dio Minore, con Giorgio Lupano – Rita Mazza e con Cristina Fondi, Francesco Magali, Gianluca Taneggi, Deborah Donadio


"Attraverso il racconto della storia d’amore tra l’insegnante logopedista James e l’ allieva Sara, lo spettacolo, con delicatezza e poesia, pone l’attenzione su una minoranza invisibile come quella dei sordi e getta luce su quella sottile linea in cui universi comunicativi separati si incontrano.
Portato in scena da un giovane cast di attori udenti e sordi (guidato da Giorgio Lupano e Rita Mazza) che ha letteralmente conquistato il pubblico, Figli di un Dio minore è uno spettacolo unico nel suo genere perché si rivolge tanto agli udenti che ai non udenti e ad entrambi regala emozione e sorpresa.

La trama

In un Istituto per sordi arriva un nuovo insegnante di logopedia. È James Leeds, un giovane i cui metodi anti-convenzionali e diretti sono guardati con sospetto dal direttore che lo esorta subito a non essere troppo “creativo” nell’insegnamento. Leeds va avanti per la sua strada ed i risultati del suo empatico rapporto con gli allievi non tardano ad arrivare. Ma la vera sfida per il professore è rappresentata da Sara, una giovane donna, bella, intelligente e sorda dalla nascita.
La ragazza, accolta dalla scuola fin dall’infanzia, vi si è diplomata ed ha poi deciso di rimanere lì, dentro i confini del suo mondo di silenzio, accettando un lavoro da cameriera. Si sente più sicura in mezzo alla “sua gente” e preferisce non affrontare l’esterno, una realtà che percepisce come ostile e crudele. “La sordità – risponderà a Leeds che cerca di farla uscire dal suo isolamento volontario – non è il contrario dell’udito. È un silenzio pieno di suoni”.
Sara ha un carattere forte, è spigolosa, introversa. Fiera della sua diversità si rifiuta di parlare perché, non avendo mai conosciuto il suono della voce umana, sa di non poterlo fare bene e si esprime solo attraverso la lingua dei segni.
Ogni incontro tra i due è una sfida e, allo stesso tempo, un’occasione per cercare di aprirsi all’altro. Nonostante l’iniziale ostilità della ragazza, James non si arrende e i due finiscono per innamorarsi. Ma sono molti gli ostacoli che la loro relazione dovrà superare."